domenica 3 febbraio 2013

Lasciare andare,

dietro al mobile settanta bianco con vetri, dietro la parete dietro
al mobile settanta bianco con vetri, c'è la stanza del rumore.

C'è una stanza nascosta, non classificabile in nessuna tipologia
di appartamento di questo strano palazzo, una stanza dove
non esiste nulla.
Una stanza nulla, senza uso, e misterioso è
il suo creatore.
Una stanza inspiegabile.

E una stanza dove
a strani intervalli di ore improbabili
succede rumore.
Rumore indefinito sembrano
giochi di palla che rimbalzano contro il muro o
immagino, alle volte è
rumore che gira, rumore che vibra e
soprattutto e sempre
rumore di voci.
Voci lontanissime, attutite di legno e
voci vicinissime, voci che conto
ogni respiro.

So che è una casa.
Vedo entrare e uscire persone che non so unire, adesso,
mentre scrivo, sembra un litigio,
è divertente come
essere in libro dal contenuto segreto.
E pauroso perchè
non sai cosa
potrà mai
esserci scritto.

Io, in un libro di pagine bianche che si scrivono mentre le guardo.
Tutto, dietro al mobile settanta bianco con vetri.
Una costante sorpresa di eterne domande.

Lasciare andare, si,
dimmi dove, chiuderò a chiave le parole e prometto
che non una sillaba ti sfiorerà oppure
lasciare andare, si,
dimmi dove, raccoglierò tutte le parole necessarie
e arriverò.
Oppure forse
sono io, a lasciare andare a dovere
lasciare andare,
lascio.
D'accordo.
Ciao!

Di mistero continua tutto a velarsi,
le stesse scritte, le stesse righe, le stesse storie in
tanti colori dove

differenti se si mischiano solo
a sfortunati casi.
Nell'anno novantasette, erano tante lettere scritte
in bella calligrafia ed era
divertente.

Oggi, busserei piano alla porta
della stanza del rumore e domanderei
alle curiose voci che la abitano
di mostrarmi come può accadere
questa altalena di suoni e parole,

lasciare andare.




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