domenica 20 ottobre 2013

righe,

non serve a nulla parlare, però
mi auguro che l'impalcatura della mia porta riesca a durare più
delle nostra così sconcertante e stucchevole e ruggente
amicizia.
Ogni volta che si abbandona, invece di rispondere.
Non serve a nulla.
Io ti posso dire, scrivere e persino pensare
tutto, tutto, di più e tu ancora
non ci saresti, l'immagine
di lunghe notti tra stanze e scale, quei palazzi chiari e ogni via in cui
mi hai condotto, piove,

e qualche volta, piango, mentre amici mi guardano silenziosi
e una gattina mi si accompagna in lamento.

Non credo nel freddo, questo pomeriggio, è un dolore
così fastidioso che
ci penso.
Ricordo ogni parola, e quelle orrende scarpe,
città dai nomi difficili e dispiaceri, tu
non risponderai, non ci sarai, fine.

Tutto qui, posso anche quasi essere certa
che tu abbia anche
dimenticato.
Come su un'onda un po' di disgusto, anche
questa nausea, assomiglia all'acqua.

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