..
Quel Capodanno, quando abbiamo festeggiato Lutetia,
eravamo solo noi quattro, e un solo mobile, la casa era vuota,
i bicchieri, plastica, io
guardavo il soffitto sognando nuove speranze e uno spazio solo finalmente
per
me.
Sognavo mi fosse dovuto, e forse il peccato trovò nido
in questo inutile sogno.
Poi, c'è stato un vino rosa, e la convinzione
che non sarebbe durato nulla
non mi sfiorava nemmeno.
Ci sono stati anche tanti baci.
Ora, nemmeno per cortesia, ricevo risposte.
Nemmeno per cortesia a favori altrui, impeccabile come
quando inizia un allontanamento, puntuale raggiunge, sempre
il nulla, proprio come
Lutetia, dopo i bicchieri di plastica e noi seduti sul pavimento
è successo che
sono arrivati i mobili, poi
i sentimenti.
E di nuovo, frattura.
Sento il dolore in ogni parte del corpo, come se davvero fosse stato un ossicino
a lasciarmi, e non
voi,
una città dalla quale, oggi
ambisco a scappare.
Avevo un vestito bianco,
guardavo i soffitti di Lutetia e pensavo a quante cose carine
sarebbero successe in una stanza
così carina, ma la sciagura
di una casa che non conosci, resta impressa indelebile
nella sua storia, a quanto sembra, ora,
non fortunata.
Forse allora eravate ancora dalla mia parte.
Lo ammetto, e non lo negherò mai, che pretendo troppo.
Lo ammetto, e non lo negherò mai, che
non riuscirete mai a fare abbastanza.
Ma voi non avete visto Lutetia vuota, e tutto quel margine di favola
su cui imbastire sogni di coraggio.
Non c'è più nulla, adesso, una stanza bellissima, da solo, guardare.
Ho amato L. come primo vero sogno e con coraggio, sfrontata, di un valore
che non avrei mai saputo attribuire, senza lei.
Ma adesso mi spaventa.
Avrei voluto mi chiamassi, senza impegno.
Avrei voluto ammettessi come nonostante tutto io
sia tua amica.
Ricordati di me.
xxx
Nessun commento:
Posta un commento