giovedì 3 aprile 2014

riuscirci, magicamente assurdo,
speciale.
Crescere mi spaventa ogni giorno, ma


scrivo sotto a un lampadario di cristalli, e i riflessi sono ovunque, e ciascuno
è adatto
a me.
Luce lucissima, qui, in
colori che imparo a riconoscere,
mi manchi.
La leggerezza nascosta delle tende termina proprio
su scarpe rosse, nuove, simbolo di quel riuscire
ancora non compreso, e già troppo, passato.


Non partire nel bel mese di maggio, perché io
non ci sarò.
Dici che maggio è un buon mese, dolce, ma
non partire nel bel buon dolce mese di maggio, io
fino ad allora, non avrò atteso.
Non ho firmato promesse, siglato dettagli, giurato
nulla, scostante, irritante, parti in un mese cattivo per fare
qualcosa di buono.


Se ne è andata senza salutare, non è potuto succedere, e a noi, ancora,
tocca stringerci nel cerchio immenso che formiamo come famiglia,
solo e ancora, posso lasciare questo
..........................................................
una riga vuota.
Una riga vuota come mia migliore pausa, uno spazio
dove nessuna parola possa essere contaminata.
Mi rattrista mancare di quella sfumature grigia che vi rendeva così simili.
Anche tu, avevi un nome bellissimo.

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