mercoledì 10 settembre 2014

così ecco,
si sta meglio.
Torpore, luce, pensieri che si muovono finalmente
lenti,


cara amica, hai ragione su ogni cosa.
La fame di amore non conosce tregua, pace, riposo, è
un mostro insaziabile che si adagia in ogni aspetto, ovunque.
La fame di amore è incolmabile.
E non si batte, la si contrasta, la si ostacola.
Ma non si vince mai.
La fame d'amore, acqua leggera che riesce a passare
in ogni fessura.


Adesso io
affamata, teatrale, io
vorrei aprire la mia gabbietta, in questi giorni è rosa e
dannatamente graziosa ma
io vorrei uscire e
fare un voletto, fare un voletto per pensare


di meritare la libertà, non un adorabile pasticcino.
Voglio aprire la gabbietta.


Cari amici del lunedi, vorrei essere anche io a Città del Messico e
c'è una spiegazione infantile chiusa in qualche pagina piccolina,
a riguardo,
ma sarà un'altra storia.
Portate anche me, così che possa essere reale
grazie solo a carta invecchiata.


L'importanza non si regala, assume subito le sembianza di un lustro,
quando viene ricevuta
Per primo ci sarebbe l'educazione. Negata.
Diventate forti nel vanto della gentilezza altrui.
Orrendo.




La tua assenza, invece, la sento ancora
all'angolo del divano, qui,
dal divano dove mi abbracciavi illudendomi che
saresti stato dalla mia parte.
Abbracci.




Ovviamente, mentivi.



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