giovedì 25 dicembre 2014

avere paura

Lutetia, mia dolce anima compagna, io e te.


Ci sono posti sfortunati in cui non si dovrebbe nemmeno mai passare.
E uno è questo:

la maledetta  stazione della metropolitana in cui, mistero,
ci si dice sempre addio.
Si litiga, si urla, si piange.
Una stazione bellissima, comunque.

Forse, avrei potuto essere serena, questa volta, a dispetto dei criticoni
che mi creano pessimista, ecco
ci avevo creduto.
Scioccamente, con queste orecchie leprotte belle alzate, e queste zampette fiere,
ci avevo creduto.
Si.

La natura umana sembra essere fatta per soffrire.
Non c'è un albero di natale, qui, ma posso immaginarlo.
Non ci sono lucine.
Posso immaginarle.

Di concetto, tutto viene fatto in modo
di essere fatto male, forse
per potersene lamentare.
Ma quando accade qualcosa di bello, davvero si, di bello,
e accade davvero improvviso e vero e e e e,
perché fare comunque andare male anche una cosa così immensa, così pura?

il troppo non è gestibile,
il dubbio è angosciante,
la soluzione: la fuga.

Sono tristissima, perché avevo così fiducia.
Sono tristissima perché già avevi deciso come manovrarmi per farmi arrivare qui:

in questo esatto punto dove siamo adesso, alla fermata della metro,
appena prima che sia tu, a farti male.

Una parte di me sente la tua mancanza in ogni vena come
un'astinenza,
una parte di me vorrebbe non rivederti mai più  perché
sei stato meschino.

Natale orrore, al solito.
Tornare, partire, piangere, traslocare.
xxx

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