domenica 1 giugno 2014

anche se
in un eccesso di bontà, io

quei foglietti, li avevo preparati anche per te, cioè
te ne avrei regalato uno, con piacere.
Senza sgridarti, senza rimproveri.

Non eri invitato, è stata una sorpresa vederti.
Riconoscerti.
Sapere che esisti.
Il perché, ho smesso di chiedermelo, perché andarsene
senza salutare, perché
un passo avanti, e due indietro.
Se solo quel passo avanti
non fosse così meraviglioso.
Grazie, hai reso la realtà
una perfetta emozione
del colore dell'acqua.

Luce carta vento.
Grazie.

Questa sera, non ci sarò.
Forse ci penserai, come ci pensi sempre.
Mi dispiace.
Io ci penso, certo, ma

non avrei potuto fare nulla
per farti cambiare idea.
Spero tu possa sempre sorridere
ricordando il mio abbraccio.

lunedì 26 maggio 2014



Ci risiamo.

scappare, ignorare, nascondersi, guardate
guardate, appunto

quella lunghissima fila appoggiata a quel muro, ecco, ecco a voi
la fila degli scocciati con Lau,
ecco, questa colorata fila potrebbe di grazia
potrebbe di grazia regalarmi
almeno una piccolissima ragione?
fila degli scocciati con Lau, parlate!

Nulla. C'è un nulla così pesante,

sciocchezze si mescolano a errori, e nel nascondere questi bottini di sentimenti
ricacciati e appallottolati ecco

si barcolla in leggero delirio su
quel momento in cui ti vengono rinfacciati decenni di ma e se,
in un invidioso teatrino.

Mi dispiace, che voi, fila degli scocciati con Lau,
non riusciate mai
mai e mai mai mai e sempre
mai
a spiegarmi cosa  possa scocciarvi così, ma non dicendo niente potreste

restare in fila all'infinito.
Un valore, quello di fare fila, che sfida vincente
la mia  misera amicizia.

Consiglio quindi alla fila degli scocciati con Lau di prendere una decisione:
agire, o andarsene.
Lode ai vostri brillanti silenzi.

giovedì 8 maggio 2014

e se capitasse di invitare qualcuno a un evento


e questa persona, si presentasse davvero?
Anche in un mondo virtuale bisognerebbe prestare molta attenzione:
nessuna lamentela in caso di eventuali


ho capito male, si
io capisco sempre male, d'accordo ma


il tuo stile, andrebbe un tantino messo in  ordine, così, eccomi:
posso aiutarti a decidere quali colori abbinare e
su quale forma di pantalone
difficile, lo so,
orientarsi?


Certifico con firma autorizzata da specialisti
che non è stata colpa mia ma


non era proprio divertente, un repertorio triste come un mal di pancia
su scene leggermente sgraziate, mi dispiace
di risultare quella


quella


mmmm


con parole carine, fuori dal coro ma
se mi ci mettessi, in quello, di coro, quanto
sarebbe stonato,


Non mi odiare per essere stata aggressiva, nemmeno ti ho
sfiorato e scusami, ma
sono stata io a confonderti, e tu, nemmeno hai mai negato, poi


non dimenticare che ci conosciamo da tanto tempo, e che
quando è successo quando
ti ho stretto la mano


il tuo essere così giovane trovava spazio ancora nella
dolce parola cameretta, leggi:


sarebbe bello mi guardassi per parlare.
Nel caso opposto, forse non smetterò mai di
ricordartelo.


Buon giovedì anime delle undici
di sera,
...

mercoledì 9 aprile 2014

tra i tanti bello dello scrivere qui, c'è anche questo:
non leggerai mai, quindi, posso prendermi
molte libertà.
Ecco la prima: presentarsi dove si dice di essere dovrebbe essere un onore, oltre che
una cosa graziosa, sia mai che invece di tessere continui malcontenti sia
la volta buona che qualcosa- oh my god!- vada bene.
Ecco la seconda:
essere nostalgica, fa schifo, ma,


eravamo in macchina in CMSN,
peccato, non conoscere questa musica.
Poteva anche sembrare romantico,
periferia di fine estate, buissima.
Sicuramente non era romantico il
tuo essere là.
Per sfida.
Sono sicura tu non sia mai riuscito a vincerla, quella sfida, ed ecco forse
perché non riesci più a parlarmi.
Io ti ricordo in un parco appena profumato di brina
il primo, forse, giorno dell'anno, e soprattutto, ti ricordo amico.
Sorridevi.


Ora, se potessi fare un cartello gigante di queste parole e appendertele intorno al collo
credimi, lo farei.
Perché il tuo triste fare finta di essere ovunque, per poi non essere mai
da nessuna parte, non fa di te un mistero ma
un pacco incredibile.
Perché non riconosci gli amici, e mai, ti prendi il coraggio di affrontarmi.
Comunque io, ne sono solo dispiaciuta.


Che suoni solo mezzanotte, tra noi, perché di gioventù
era la nostra firma e il nostro morale,
il nostro conoscerci,
il nostro solo,
sbattere gli occhi.












giovedì 3 aprile 2014

riuscirci, magicamente assurdo,
speciale.
Crescere mi spaventa ogni giorno, ma


scrivo sotto a un lampadario di cristalli, e i riflessi sono ovunque, e ciascuno
è adatto
a me.
Luce lucissima, qui, in
colori che imparo a riconoscere,
mi manchi.
La leggerezza nascosta delle tende termina proprio
su scarpe rosse, nuove, simbolo di quel riuscire
ancora non compreso, e già troppo, passato.


Non partire nel bel mese di maggio, perché io
non ci sarò.
Dici che maggio è un buon mese, dolce, ma
non partire nel bel buon dolce mese di maggio, io
fino ad allora, non avrò atteso.
Non ho firmato promesse, siglato dettagli, giurato
nulla, scostante, irritante, parti in un mese cattivo per fare
qualcosa di buono.


Se ne è andata senza salutare, non è potuto succedere, e a noi, ancora,
tocca stringerci nel cerchio immenso che formiamo come famiglia,
solo e ancora, posso lasciare questo
..........................................................
una riga vuota.
Una riga vuota come mia migliore pausa, uno spazio
dove nessuna parola possa essere contaminata.
Mi rattrista mancare di quella sfumature grigia che vi rendeva così simili.
Anche tu, avevi un nome bellissimo.

lunedì 17 febbraio 2014

hai detto, scusa,
la sofferenza mi fa suonare meglio? Si, certo, credo. Non lo so. Forse.


Un pomeriggio d'estate ho incontrato una persona in un albergo freddo.
L'albergo aveva un divano piccolo, e stanze vuote, 
la persona aveva toni scuri, belle parole, e una certa costanza
nel seguirmi tra strade arricciate e discorsi arrotolati.
Ma.
Non aveva nessun accento.
Non aveva nessuna acqua: non il suo rumore, non il suo muoversi, non i suoi riflessi.
Però.
Quella costanza aveva qualcosa di assolutamente invidiabile, una pazienza nel resistere
degna
di
un cuore
nobile.


Nessuna lamentela.
Il pomeriggio divenne notte, la notte, mattina.
Quando i colori tornarono a saltellare nelle vie bianche nulla esisteva
come in un nessun accento.
Forse quello che non ha riflessi non ha nemmeno riscontro.
Futuro.
Nulla.
Forse è solo una questione di brillio.


O forse di imbarazzo.
Come dici, scusa,
la sofferenza farebbe cosa?
Non lo so, ma prometto di pensarci, certo, se potessi pensare anche ad altro,
magari la concentrazione aiuterebbe meglio, della sofferenza.
Mi riprometto di pensarci, ancora, intanto
ti confido che mi auguro che nulla possa realmente avere
un potere così determinante e che forse solo alle volte
speriamo in un caso che alleggerisca tutto questo delirante pensare, come


un pomeriggio d'estate, in un albergo freddo.





giovedì 9 gennaio 2014

eccomi, ciao,


di ritorno dopo chiacchiere tra legno, siete carini, e grazie,


certo, che vorrei andare in Inghilterra sarebbe


quel sogno di così tanto fa, certo, che sarei già là se
se
se e se
non ci fossero se.


Non ho nessuna spiegazione, solo che sembra solo
troppo tardi.
A chi verrebbe voglia di commentare un triste potrei rispondere
che non è da me o solo che


peccato, si, che non abbia funzionato.
Forse, e forse ma sono solo
forse,


Questo anno è diverso.
O forse, lo sarà, perché ormai, e quasi grazie,
mi viene solo voglia di
sorridere,


sarà, la rivincita dei perdenti, o sarà
che sono passati quei cinque anni famosi in cui allo scadere ecco
mi si chiede perdono ma
ho forse solo deciso
che mi fate sorridere.


Sono sicura di sentirne la mancanza come sono sicura
di essere stata io, quella


in strani passi di danza, in quella piazza, sono sicura
di queste differenze, tra queste città.


Tu mi hai risposto che non è un posto così meraviglioso e io ti scrivo
che forse no, ma è solo
il posto di un sogno e forse ancora
ai sogni, bisogna lasciare
sogno, che
non vengano mai


visti, veramente, pena lo sconforto eterno.
Io, potrei ancora ribattere difendendomi dietro a
questo qualcosa che mi manca, ma non so definirlo, e non saprei certo
decifrarlo e
assolutamente non in una lingua straniera.
Attendere ha un sapore così sconfinato,


sarebbe apprezzabile uno sforzo, ma dove


sei?


E certo ricordi


quel locale nella via storta che si arrampica, dietro alla quale quasi vedi
sbucare solo e ancora solo sempre solo


acqua


?