mercoledì 20 agosto 2014

quindi,
tu non verrai.
Non verrai mai, perché
sono solo scuse perché

hai ancora cambiato idea.
Perché vuoi solo fare scena, convinto magari
che potrei dirti no.

Ti sei forse spinto troppo oltre?
Sono solo scuse, e tu, hai solo paura.
Non mi è chiaro perché continui a cercarmi, quando poi non hai mai
il coraggio per vedermi.
Coraggio, coraggio, e deridi me perché ho paura del buio.
Come vorrei che tu avessi tutte le mie paure, adesso.
Perché saresti qui.
Potremmo anche avere una lampada.

Capovolgo tutto come un'estate senza temperatura,
così vuota da sentire solo
il mio stesso cuore battere.
E tutta questa ribollente delusione, questa infinita voglia di mordere

si scioglie solo un attimo, ora,
in una prova vestito.

venerdì 8 agosto 2014

Troppo scuro, troppo chiaro, molto rosa.

Sono contenta tu abbia finalmente pescato una carta
altrettanto poverina.
Certo, che ti auguro ogni bene,
di più, ti auguro mare e sole e tantissimi sorrisi e notti e

quella trasparenza rumorosa dei bicchieri che ti fa sentire brillante e

una perfetta costante eterna aderenza
alla tua camicia.

Sono rassegnata a schifarti.
Il migliore dettaglio di personalità che mostri
è una moda che nemmeno ti dona.

Sai, è questo che penso mentre ti sorrido, quando ti incontro,
perché davvero, ti guardo, penso a questo, e davvero, mi diverti.

Mi diverti proprio veramente, sai, un po'
come quando tu mi dici
io ti ascolto, ma non capisco una sola parola
di quello che sento.

lunedì 4 agosto 2014

Agosto,


...un letto molto comodo e una meravigliosa lana
ruvida ruvida, irritante, che amo, amissimo.
Forse belle notizie. E io penso a cucire. E penso ad abiti.
E poi, penso a voi, l'estate scorsa tra il molo e la piazza e
quelle vie strettissime di vino e qualche lacrima.
Mi avevi chiesto un ballo.

Stranezza suggerita da un mese caldo,
riappare un fantasma, lo conosco viveva
in un bellissimo armadio marroncino, un po' sghembo.
Uno di quegli armadi con quegli strani specchi davanti quelli
che sformano le figure, io

immagino perfettamente le ante dipinte crema, di questo fantasma.
E io, purtroppo, sono eternamente attratta, dal passato quindi
forse, certo, sarei tentata, sarebbe forse
dolce, ma
no.
No.
Sarebbe regressione.

Entrerei dritta dritta anche io in quell'armadio
marroncino sghembo dalle ante dipinte crema,
dietro lo specchio deformante.
E lì poi dovrei restare, inadatta nel mio stesso corpo.

Forse è vero, che tutto torna.
Il guaio è che torna troppo tardi, e torna anche
malissimo.
Perché se fosse riuscito a convincermi, a distrarmi, a
interessarmi, forse
avrei detto si.

Si risponde subito, si telefona all'ora concordata, non si dicono bugie.
Eccomi, pronta per la prima elementare, con la mia bellissima cartella rosa di onestà.
Sappiate però che

A bocca asciutta, si sta meglio.
Che a bocca amara.

Tanti saluti di ferie con la manina e la cartella rosa,
ciao ciao!

lunedì 21 luglio 2014

ciao, Lutetia, come sei bella.
Un po' sciupata, ma bellissima.

Dovrei forse ricordare molto ma

mi ricordo ora solo
di una festa

del rugby dove
forse, ti avevo dato un calcio.
Mi ricordo la tua maglietta a righe rosse e nere, e le tue braccia e

mi ricordo anche che
è stato uno degli ultimi sguardi che

ricordo.
Le righe erano rosso scuro.

Non ti incolpo di avere scelto

altro, scriviamo,
non ti incolpo per

quel coraggio
mancato,
e mi piacerebbe, sapere scrivere facile facile in modo che tu
possa capire ma

hai scelto altro, e il tuo compito non è quindi nemmeno
capire.
Me.

Cosa c'è di così difficile in
questa me che
ti spinge ad allontanarti come

come

come

a scegliere altro, scriviamo.
Mi piacerebbe saperlo, curiosità.
Chi ti consiglia sempre

di cambiare idea io

in quel locale di luci esterne, ci avevo creduto.
Sicuramente, incolpo
le righe, sai,

l'estetica delle

cose.

Certo è ora che
mi manche come l'acqua, come l'acqua di cui si ha bisogno qui dove

non esiste respiro e dove attendo come

in quella città di cuore di cui mi parli anche
adesso,
città di cuore e branchie,


buonanotte,
buonanotte.
...

lunedì 7 luglio 2014

Arriva l'estate. Forse.
Arrivano cose carine, molto profumate, molto da accarezzare.

Corro insisto tiro e stringo, sempre, fino a restare
senza nulla.
Mi piacciono le gabbiette graziose nelle quali faccio ciaociao ogni tanto, oggi
hanno sfumature cipria e qualcosa di brillantino che sorride.
Sono gabbiette carinissime. Ma sono gabbiette,

mi domando solo se mi stia perdendo qualcosa fuori,
per restare in queste gabbiette
che tanto mi vedono brava, carina, preziosa.

Mi domando anche perché tu non abbia mai risposto, ti ho scritto lettere
di righe che traboccavano di cuore ma
quale sorta di vuoto ha toccato la tua anima, per renderti un essere
così simile
alla polvere?
Il tuo nulla continua a urtarmi, certo, ti ho dimenticato, continui però senza dubbio
a schifarmi come un prurito.

Tu, invece, mi regali piccoli doni gentili
che amo come foglie rossastre: sempre, custodisco il tuo ricordo
come un mio migliore disegno, da proteggere, da quasi
cullare.
Era così, ci si guardava, e si sospirava.
Nel centro storico, forse.

Ogni tanto sono qui, ogni tanto, là,
qualche volta cresco, e mi armo di un coraggio che fingo di avere,
qualche volta aiuto, e divento fatta solo di una forza al limite dell'eroe,
qualche volta, piango, perché
nonostante l'essere così brava nonostante l'apprezzare un lavoro ben fatto

non posso illudermi: tu sei fatto di quella parte
di materia triste e umana che il mondo ha creato per sbaglio, senza emozione.

domenica 1 giugno 2014

anche se
in un eccesso di bontà, io

quei foglietti, li avevo preparati anche per te, cioè
te ne avrei regalato uno, con piacere.
Senza sgridarti, senza rimproveri.

Non eri invitato, è stata una sorpresa vederti.
Riconoscerti.
Sapere che esisti.
Il perché, ho smesso di chiedermelo, perché andarsene
senza salutare, perché
un passo avanti, e due indietro.
Se solo quel passo avanti
non fosse così meraviglioso.
Grazie, hai reso la realtà
una perfetta emozione
del colore dell'acqua.

Luce carta vento.
Grazie.

Questa sera, non ci sarò.
Forse ci penserai, come ci pensi sempre.
Mi dispiace.
Io ci penso, certo, ma

non avrei potuto fare nulla
per farti cambiare idea.
Spero tu possa sempre sorridere
ricordando il mio abbraccio.

lunedì 26 maggio 2014



Ci risiamo.

scappare, ignorare, nascondersi, guardate
guardate, appunto

quella lunghissima fila appoggiata a quel muro, ecco, ecco a voi
la fila degli scocciati con Lau,
ecco, questa colorata fila potrebbe di grazia
potrebbe di grazia regalarmi
almeno una piccolissima ragione?
fila degli scocciati con Lau, parlate!

Nulla. C'è un nulla così pesante,

sciocchezze si mescolano a errori, e nel nascondere questi bottini di sentimenti
ricacciati e appallottolati ecco

si barcolla in leggero delirio su
quel momento in cui ti vengono rinfacciati decenni di ma e se,
in un invidioso teatrino.

Mi dispiace, che voi, fila degli scocciati con Lau,
non riusciate mai
mai e mai mai mai e sempre
mai
a spiegarmi cosa  possa scocciarvi così, ma non dicendo niente potreste

restare in fila all'infinito.
Un valore, quello di fare fila, che sfida vincente
la mia  misera amicizia.

Consiglio quindi alla fila degli scocciati con Lau di prendere una decisione:
agire, o andarsene.
Lode ai vostri brillanti silenzi.