domenica 16 agosto 2015

La bella estate.

La bella pineta, i bei riflessi,
ciao ciao.
Ciao ciao con la manina guarda fai
ciaociao così, sì, con la manina.
Molto ridere, tra casette buissime,
piccoli lampioni rotondi, chiari, impolverati
in quell'umido di sera, di mare.

Sale e sabbia hanno pulito ogni
nervo, forse,
ma nessuna delusione è rimasta impigliata
tra quelle onde grigiastre.

Ogni mio perdono si è sciolto nell'acqua e
non ne ho più, adesso, da donare. Fine.

Non voglio bugie.
Non voglio perdere tempo,

se vivessi come loro, certo
sarei felice altrettanto,
come loro, ma
non sarei io.

Ovviamente mi manchi ma
magari soffro la nostalgia di un'aria pura che tu
non potevi offrirmi.
Non noterai un colore, non ricorderai un dettaglio.
E non sarai cresciuto.
Si vive per trattenere qualcosa insieme?
Si vive per manciate di ricordi dove si era almeno il protagonista
della scena o
o si vive solo per condividere, per essere sempre in due a guardare
indietro,

bastare a se stesse  è un ruolo che richiede coraggio.
Io non ti darò mai più niente di mio non
un aneddoto non
un mistero e nemmeno
un aiuto.
Puoi guardarmi sorridente e pensare che dirò sì ma
non accadrà.
Forse oltre all'amore ho esaurito anche
le risposte affermative.

Lavorare, vivere, avere a che fare con tutti voi
è stato bellissimo, ma
avete esagerato.

E che di me resti l'ombra di un fantasma spettrale
che possa spaventarvi come
quella tanta difficile verità.
Buona estate sul finir,
...

lunedì 3 agosto 2015

Cuor randagio, ancora,

ebbene sia.
Ancora contro qualcosa
che non posso fermare cambiare decidere,

quel locale, quel nostro locale, chiude, ed è
sconforto.
Solitudine.

Cuor randagio cerca affetto.
Ma che non sia eccessivo perché
Cuor randagio non si lega, e non aspetta
aperta a ogni a ferita, solo

non mi avete voluto dare casa e io
non sono mai contenta,
imbarazzata in compagnia, imbarazzata sola,
Cuor randagio chiede, ma non insiste.

Nonostante i miei suggerimenti tu
userai la mia aggressività come una scusa
per nascondere i tuoi orrendi pensieri,
non tornare, ti odierei,

Cuor randagio ama tutti i sorrisi e
deve proprio andare ma
li ricorda tutti, anche

quel posto quel nostro posto, se ne va.

Non avvicinatavi a sfiorare un randagio
se non avete un cuore puro.

E di te, così lontano, mia delusione amarissima,
non tornare, troveresti l'ormai celebre procione,
e non sarebbe gradevole.

Il locale chiude e con esso
parte di me.
E quel ricordo di una sera fredda in cui qualche magia si manifestò chiara, ma non voluta.
Ciao. Grazie.

domenica 26 luglio 2015

...vorrei essere diversa?
No.
Forse non vorrei nemmeno
mi passasse casualmente tutta la mia aggressività.
Perché davvero, mi dispiace, solo
...
non leggerete mai queste righe.
Ma voi, che vi credete i buoni,  ecco da voi almeno
bisognerebbe aspettarsi un comportamento
elegante.
Invece siete così, solo pronti a donare
un leggero regalino, poco adatto, e persino raro.
E nulla, nulla, vi frena mai dal
domandare.
Chiedere, chiedere, chiedere.

Non vorrei più avere fatto promesse, non vorrei mai
essere stata gentile.
Nemmeno voi, meritate nulla.

Il mondo gira male, ma gira.
Dicono.
Io dico
che sono felice dei miei no.
Perché questa solitudine immensa mi ha permesso
di diventare un'anima randagia, si
non esiste stabilità casa confidenza ma
non avere padroni significa anche
non dovere nulla.
Ecco, nemmeno a voi io devo nulla.
Lasciatemi pure andare.
Quando vi lamentate dei morsi, quando mi sgridate per le accuse io
vi rispondo solo
lasciatemi andare.


mercoledì 8 luglio 2015

Non esiste perfezione, certo.
Ma il rifiuto ha sempre un sapore di vuoto, così,
va.
Non ne comprendo i motivi ma, così,
va.
Fine. Semplice.
Rifiuto.
Non esiste un appuntamento perfetto, no.
No?
Ma che no, certo che esiste esiste e io
l'ho assaggiato.
Esiste.
E qualche volta mi dondolo in quella musica
che mi cantavi e
in quelle parole, così
Noi.
Tu sei speciale per me perché
mi conosci.
Perche sai cosa penso ma io

non posso vomitare ancora tutto il mio
terribile essere emotiva è

Una lingua troppo difficile.
È vero che ti penso, e che mi manchi.
E che mi conosci.
Ma non è abbastanza. Ancora.
Non lo è mai.
Mi manca quello che non ho il coraggio di fare.
Persino troppi punti, sempre una fine anche
della frase.
Ti ricordo sorridente e ti ricordo attento
nello sgridarmi.
Il caldo uccide quell'emozione a cui
contro tutto,

Non voglio rinunciare.

domenica 31 maggio 2015



Il buio, la notte,
ogni ora
si confonde tra noia coccole rincorse.

Mi sembra essere sera.

Dici sempre che non c'è fretta, dici sempre così e io
e io ti odio, quando lo dici perché
è una scusa, ovviamente certo
che c'è fretta e che
non è questione di fretta, ma questione di prendere tempo.
Cioè, con la scusa della fretta, che non c'è, riesci perfetto nel tuo capolavoro di
non esistere mai, perché tanto
non c'è fretta.
Tu non esisti.

Sei ancora, vigliacco, preda di questa orrenda sindrome
che dopo la prima bugia ti costringe
a dirne altre peggiori e poi ancora più e
sempre peggio, rotolando infelice in un una sorta di
patetica commiserazione sai, credi anche sia meglio, finire così, piuttosto che
rispondere
agire
dire la verità.

Che pena, usi me con la scusa della mia agitazione: si, sono nervosa,
cosa
potrei essere ?
Io vivo di cuore e vivo adesso, non domani non tra una settimana non
quando non ci sarà fretta, e
ogni volta che lo ripeti, questa orrenda cosa della non fretta

io vorrei invece ricordarti che ogni giorno che passa ti avvicina solo
alla morte, probabilmente, e che ogni rimandare significa
sprecare.

Accidenti vero, come ti fanno paura tutti questi miei
sentimenti in piazza.

Fanno paura anche a me.
No, questo non è vero, ovviamente.

Che i senza fretta restino nelle loro perfette
ignoranze io
rincorrerò solo
le mie amiche lepri, adesso, quasi estate, nei campi verdastri
dal cielo coperto,

scappa, soprattutto io
non accadrà mai più, che cercherò di capire.

lunedì 25 maggio 2015


abbasso adesso
la luce, così che i tuoi occhi preziosi possano
non soffrirne,

ci penso spesso, a questa cosa di
ieri adesso domani, io
mi chiedo se

mi chiedo se non arriverà altro, se
c'è già stato tutto.
Se questo tutto era il tutto che
mi spettava io
ho sempre creduto di avere avuto troppo amore,
di averne avuto tantissimo certo
sotto forme alle volte
terribili, ma a me è sempre comunque sembrato
amore.
Amare troppo comunque, è sempre amore.

Se di tutto questo da ora
non mi spettasse più nulla io
potrei sorridere, pensando
al passato e non potrei nemmeno
lamentarmi di niente.

Triste.

Qualcuno mi disse che leggendo queste righe
mettevo così tanto in piazza i miei sentimenti, da fare paura.

E io, che questo non temo, potrei invece
spaventare?
Non è di questo che ho paura, chiaro.

Ma poi ho pensato ancora.
Con te, io sono stata bene così bene
che avrei potuto anche dividerti con qualche riga,
bene di ridere, di abbracci, di noi.
Quel bene di batticuore.

Tante cose, hanno smesso di essere una ossessione la verità ecco
non mi interessa più.
Forse perchè ho capito.
Ma tante cose hanno levato il cappotto del loro valore e
spoglie, anche se in abiti eleganti, non
mi regalano quello stesso fascino.
Progressi. Possono essere progressi.

Ma non esiste posto che sia mio e
non esiste posto dove non mi ritrovi io
potrei essere ovunque forse solo
costantemente lontana,

maledirei l'amore che ho per te perché fa così male,
oppure forse non esisti più, hai chiuso solo la porta
un'ultima volta.

Credo di avere capito, certo, ma non servirà.

Abbassare la luce.

Ho domandato pace, ma intendevo di note e
poi mi sono ricordata che tu non avresti capito e che
questo straziante allontanarsi non fa male, ti lacera
pelle vene e carne, ti lascia un cuore gonfio, debole e

tu avresti dovuto avere quella certezza.
Io l'avevo.

mercoledì 20 maggio 2015

La rabbia non si scioglie in acqua.

Ho un cestino di delusioni accanto a me
grazioso, un piccolo fiocco.
Raccoglie tutte le paure e
il loro sconfortante infrangersi
contro la realtà.
Reazioni di fuga di ignoro di
dimenticanza, può
il genere umano essersi così poco evoluto
in materia di relazioni?

Mi avete dimenticata,
nemmeno nella mia giacca di strane righe
avete dubitato.
Mi avete ignorata, nella giacca di strane righe e
nemmeno per un istante avete anche solo immaginato

Che io possa davvero essere brava.
Non hai nemmeno letto quelle righe.

Causa del mio male, approcci aggressivi.
Causa del vostro

Nulla. Nulla. Nulla.