domenica 5 giugno 2016

Ho riletto le tue scuse: ventisette righe.
Ventisette righe di assurdità per nascondere solo qualche parola, che mi sembra di vedere rossa, sottolineata, così chiara tra le ventisette righe di protezione.
Certo che lodo amo e sento la nostalgia
del passato.
Ma adesso, non posso più tornare indietro.

lunedì 16 maggio 2016

ritorna,


per cosa poi, mi manchi?

Mi conosci.
Sai che vorrei scappare.
Mi conosci e conoscendomi sai
che non so, dove voglio scappare,

le stagioni si mutano l'una nell'altra e
ancora in primavera, ti scrivo.
Sei cambiato.

Amo il ricordo che ami di me perchè è lo stesso che amo io, di me.
Amo ogni aggettivo che ti piace scrivere, così
perfetto, così me.

Mi domando se sia davvero tu l'unica persona a conoscermi davvero, e
ho paura a rispondermi, ho paura a leggermi nelle tue righe così
me, me con tutto dentro, tutto il mio odio e i miei capricci e insieme, la mia tenerezza e
questa innocenza splendida, ecco ammetti
che amavi questo curioso gomitolo di sentimenti.
Mi amavo anche io, insieme a te.

Cosa è successo?
Hai trovato la tua strada io
sono sempre stata per te eccessiva, allora, e adesso
sei tu, si sei tu, ma solo fatto di teneri ricordi e purissime immagini e

e vorrei mi ricordassi sempre così.
Come in ogni strada, in ogni sguardo, in ogni bacio.
Come sono davvero come mi vedevi
tutta, intera, nella mia testa e nel mio corpo,
amorevole,

si, avevi un lato crudele, spietato,
e lo odiavo, mi spaventavi.
Mi allontanavo per questo.

Ma oggi ieri forse
non so quando, un giorno
questa tua parte cattiva si è addormentata.
Me lo hai dimostrato.

Hai magari cantato quella bella ninnananna ai tuoi antichi demoni?

Ci penso, penso
una cosa orrenda: era quella parte, quella parte disgustosa
la parte che mi amava.
Perchè era quella che pulsava, che combatteva.

Adesso sei bellissimo, ma senza azione.
Temo che tu possa
non fare mai nulla,

temo tu mi possa incorniciare con tanto cuore, noi
non saremo mai pronti.
E se esistesse il momento, il momento per noi,
i tuoi occhi chiari sarebbero la sola cosa
che guarderei avida,

certo, vorrei tu fossi qui,
ecco in cosa mi manchi.


mercoledì 23 marzo 2016


Non esiste una parola che esprima il dolore.
Non c'è nemmeno una magia
che possa farti comprendere il mio mondo.

Mi manchi come in una strada di Londra.
Come in una strada in cui esiste qualcosa
di vero, spengono le luci,
oggi ti ho visto.
Avevi addosso quel tuo grazioso arancione
e non ho avuto dubbi, eri tu.

Mi fanno molte domande su queste pagine.
Incomprensione a cui non voglio
regalare spiegazioni.
Manca molta poesia, in molte vite,
e me ne dispiace. Per voi.

Resta così, come ti ricordo
calmo, debole e niente, assolutamente
niente: nessuna acqua nei tuoi occhi.
Per cosa varrebbe la pena allora?

giovedì 11 febbraio 2016

Cambiare idea, si dice. Che atrocità.

Il mio male è oscuro
come un disgraziato sortilegio dove
il tradimento arriva cattivo perfetto uguale
a quell'incubo che mostra solo morte.

Oggi, non ho più un cuore.

Non ho nulla. Un buco un vuoto un odio un disprezzo, e
tutto mi passa addosso contro oltre e
mi ferisce. Mi infetta.
Oggi, non ho più un cuore.

lunedì 28 dicembre 2015

D'accordo, non sono affari miei.
Ma sei così drammatico, proprio come
me. Teatrale.
Eppure non hai cercato, me.

Per sbaglio la tua voce mi si è accostata, la tua voce che
quel giorno, ha portato l'inverno.
Ti sarai sentito imbarazzato, forse, mi sembra giusto,
lo meritavi.

Non hai cercato me, io che ancora ti credevo capace
di provare qualcosa, ecco
non hai cercato me.
Il giorno in cui hai deciso
hai deciso sempre per la cosa più facile.
E orrore della sorte, le tue cose facili finiscono solo per ingabbiarti,
rivoltandosi proprio
contro di te.
Bizzarra ironia.
Sorrido triste, non hai cercato me.

Si spengano le luci, si dimentichi questo cupo teatro:
la mia anima non ti ricorda, sei libero.
Ti ho vissuto, ora
non esisti più.

sabato 7 novembre 2015

Ogni volta che qualcosa non va mi accorgo di trovare nel tuo stile
una traccia del mio fastidio.
Riesci sempre a spiegarmi perché, io sia arrabbiata.
Tu sei la perfetta rappresentazione di tutti i difetti del mondo,
come se l'orrore si fosse fatto persona: tu.

Conservo una tua foto preziosa come un segreto, quando la guardo
ancora mi spavento.
Le parole di odio che mi hai urlato addosso. Quante.
Poco importano, a confronto, i tuoi occhi chiari, anche se
sono il sussurro che preferisco.
Mai, potrei odiarti.

Non cercare scuse nel mio essere aggressiva.
Dimmi solo che ti ricorderai di me.